
JANNIS KOUNELLIS Pireo, 1936 – Roma, 2017
Jannis Kounellis, artista di origine greca, naturalizzato italiano, è uno dei principali esponenti dell’Arte Povera, il cui modus operandi consiste nel recupero e riutilizzo di materiali di scarto per creare delle installazioni, che hanno l’obiettivo di espandersi oltre i limiti fisici del quadro innestando un legame tra l’opera e l’ambiente intorno.

JANNIS KOUNELLIS Pireo, 1936 - Roma, 2017
Jannis Kounellis, artista di origine greca, naturalizzato italiano, è uno dei principali esponenti dell’Arte Povera, il cui modus operandi consiste nel recupero e riutilizzo di materiali di scarto per creare delle installazioni che hanno l’obiettivo di espandersi oltre i limiti fisici del quadro innestando un legame tra l’opera e l’ambiente intorno. Kounellis si unisce agli altri dell'arte povera intorno al 1967, in modo piuttosto naturale in quanto il pittore, partendo dai primi esordi su tela, affini all’astrattismo, già da qualche anno prima manifesta 'una crisi' nei confronti della pittura tradizionale e inizia ad introdurre elementi 'performativi' nelle sue opere: musica classica, animali vivi e materiali naturali come il carbone diventano elementi ricorrenti nelle opere di Kounellis, che resta attivo fino a pochi anni prima della sua morte che avviene nel 2017. L’urgenza di Kounellis, in netto anticipo rispetto agli altri artisti italiani, è di riuscire a stabilire un rapporto quanto più diretto tra l’arte e la realtà oggettiva. Alla fine degli anni Sessanta, Kounellis si cimenta anche con alcune scenografie per spettacoli teatrali, che spesso non sono pensate semplicemente come elemento di sfondo su cui avviene la scena recitata, ma hanno l’obiettivo di portare in scena elementi inquietanti che sono volutamente disturbanti sia per il pubblico ma anche per gli attori, costretti a recitare in maniera inusuale. Un’ulteriore svolta nelle sperimentazioni di Kounellis avviene nel 1969 con l’installazione 'Senza titolo' in cui compaiono per la prima volta alcuni cavalli vivi.I rumori industriali (come quelli generati dai collettori delle bombole a gas accesi) oppure naturali (come quelli prodotti dai cavalli) cedono progressivamente il passo negli anni Settanta alla musica classica, che viene utilizzata sia per tornare a coinvolgere il pubblico nell’ascolto attivo, sia come riferimento culturale europeo ed ideologico riguardo la situazione politica in atto. Nel 1974 fanno per la prima volta la loro comparsa delle piramidi formate con il caffè in polvere e presentate al pubblico come fossero merce in vendita. Gli anni Ottanta costituiscono un periodo di totale disincanto di Kounellis, che inizia ad eliminare gli elementi vivi delle sue opere, sostituendo sempre più di frequente la fuliggine al fuoco e gli animali impagliati a quelli vivi. Come artista e come persona Kounellis sente molto vicino a lui il tema dell’ideologia politica, in quanto vede con i suoi occhi la guerra civile in Grecia, suo paese natale, un trauma che lo porta ad avere un rapporto di insofferenza nei confronti della sua terra. Inoltre, Kounellis manifesta spesso una tendenza alla delusione e al ripensamento verso alcune convenzioni dell’arte, alle quali non manca di rispondere attraverso le sue installazioni, fino ad una sorta di adagiamento su schemi già percorsi in gioventù che si riscontra nell’ultima fase della sua vita.