
MARIO CEROLI Castel Frentano, 1939
Mario Ceroli studia all’Istituto d’Arte di Roma e si mette subito al lavoro frequentando lo studio di Leoncillo, Pericle Fazzini ed Ettore Colla.
Inizialmente riproduce sculture in ceramica e, negli anni sessanta, impressionato dalla Pop Art delle opere di Louise Nevelson e di Joe Tilson, arriva ad utilizzare i materiali e le forme che hanno caratterizzato successivamente tutte le sue creazioni: silhouette di oggetti sagomate in legno, la sua materia privilegiata, prive di colore e talvolta ripetute in serie…

Mario Ceroli studia all’Istituto d’Arte di Roma e si mette subito al lavoro frequentando lo studio di Leoncillo, Pericle Fazzini ed Ettore Colla.
Inizialmente riproduce sculture in ceramica e, negli anni sessanta, impressionato dalla Pop Art delle opere di Louise Nevelson e di Joe Tilson, arriva ad utilizzare i materiali e le forme che hanno caratterizzato successivamente tutte le sue creazioni: silhouette di oggetti sagomate in legno, la sua materia privilegiata, prive di colore e talvolta ripetute in serie.
Nel 1957 espone alcune opere alla Galleria Nazionale di Arte Moderna che gli valgono il primo premio per la scultura dei giovani artisti italiani con la giuria di
Argan, Brandi e Bucarelli.
È l’inizio di un successo crescente, nazionale ed internazionale.
Tra le innumerevoli opere ricordiamo: l’Uomo di Leonardo del 1964, la prima Ultima Cena del 1965, Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma, La Cina del 1966, Cassa Sistina del 1966, e disegnate a tempera e a inchiostro, La porta, il Cenacolo del 1981, il Giorno e la Notte del 1982.
Tra il 1967 e il 1968 partecipa alle mostre del gruppo dell'Arte Povera.
Realizza a Bologna nel 1988 la cosiddetta "Casa del Nettuno", un contenitore ligneo impreziosito da una silhouette, Uomo Gallegiante.
Cura l'arredo della chiesa di Porto Rotondo nel 1971, di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca a Roma nel 1987 e di San Carlo Borromeo al Centro Direzionale di Napoli nel 1990.
Dello stesso anno è l'Unicorno Alato in legno rivestito d’oro, esposto all'ingresso della sede Rai di Saxa Rubra.
Svolge anche un'intensa attività di scenografo, collaborando con il Teatro Stabile di Torino - Riccardo III di Shakespeare di Ronconi, 1968 - e con la Scala di Milano - la Norma di Vincenzo Bellini.
Nelle sue sculture sono frequenti le citazioni di famose opere del passato, come quelle di Leonardo, di cui ha parafrasato con i suoi legni il disegno dell' Uomo Vitruviano, Disequilibrium nel 1967, e l'Ultima Cena nel 1981 realizzata con legno dipinto.
Nel 1997 dona al paese d'origine Castel Frentano, una copia della scultura lignea dell' Uomo Vitruviano che viene sistemata nel piazzale della Concezione.
Nel 2007 partecipa alla riapertura ufficiale del Palazzo delle Esposizioni di Roma, dopo una lunga ristrutturazione, con una selezione delle sue principali opere.
Nel 2008 la Giunta Comunale della città di Siena gli affida il compito di dipingere il drappellone per il Palio del 16 Agosto, dedicato alla Madonna Assunta e vinto dalla Contrada del Bruco.
È Crispolti a sottolineare che l’aspetto ludico-ironico del lavoro di Ceroli si è manifestato nella serializzazione della sagoma.