
KEITH HARING Reading, 1958 – New York, 1990
Keith Haring, artista e writer statunitense, è uno degli esponenti più importanti del graffitismo durante il boom del mercato dell’arte degli anni ottanta. I suoi lavori rappresentano la cultura di strada della New York di quel decennio.
Mostra fin da piccolo un precoce interesse per il disegno incoraggiato dal padre illustratore di fumetti e cartoni animati. Furono i personaggi di Walt Disney, di Dr. Seuss e altri protagonisti delle vignette ad esercitare su di lui un’influenza talmente netta e duratura, ad indurlo a rintracciare nell’opera stilizzata l’essenza della sua arte.
Al termine del liceo, si iscrive all’ Ivy School of Professional Art di Pittsburgh e in seguito alla scuola di commercial-art…



KEITH HARING Reading, 1958 – New York, 1990
Keith Haring, artista e writer statunitense, è uno degli esponenti più importanti del graffitismo durante il boom del mercato dell’arte degli anni ottanta. I suoi lavori rappresentano la cultura di strada della New York di quel decennio.
Mostra fin da piccolo un precoce interesse per il disegno incoraggiato dal padre illustratore di fumetti e cartoni animati. Furono i personaggi di Walt Disney, di Dr. Seuss e altri protagonisti delle vignette ad esercitare su di lui un'influenza talmente netta e duratura, da indurlo a creare nell'opera stilizzata l'essenza della sua arte.
Al termine del liceo, si iscrive all' Ivy School of Professional Art di Pittsburgh e in seguito alla scuola di commercial-art. Ma presto abbandona gli studi e arriva a San Francisco, dove ha occasione di conoscere molti artisti. Torna a Pittsburgh e si iscrive all'Università. Per mantenersi agli studi trova un’occupazione in un locale che espone oggetti d'arte, e qui, riesce ad allestire la sua prima mostra personale.
A New York entra alla School of Visual Art, e nel 1978 espone le sue creazioni al Pittsburgh Center for the Arts.
La sua inclinazione artistica lo avvicina ai lavori di Jean Dubuffet, Stuart Davis, Jackson Pollock, Paul Klee e Mark Tobey. Inizia a realizzare graffiti, soprattutto nelle stazioni della metropolitana e la sua Pop-art diventa molto amata e popolare.
Nel 1980 partecipa insieme ad Andy Warhol, ed altri importanti artisti, alla rassegna artistica "Terrae Motus", in favore dei bambini terremotati dell'Irpinia. Occupa un palazzo in Times Square realizzando la mostra "Times Square Show". Prosegue la sua attività realizzando molte mostre, finché la Tony Shafrazi Gallery diventa la sua galleria di riferimento.
Nel 1981 partecipa alla prima collettiva della galleria Nosei, ‘Public Address’, insieme alle opere di Jean-Michel Basquiat, Barbara Kruger e Jenny Holzer.
Nel 1983 espone a San Paolo, a Londra e a Tokyo.
Nel 1984 va a Bologna per esporre alla mostra "Arte di Frontiera". Nel 1985 a Milano dipinge una parete nel negozio di Elio Fiorucci, che in un'intervista al mensile Stilearte, racconta: «Invitai Haring a Milano, stregato dalla sua capacità di elevare l'estemporaneità ai gradini più alti dell'arte. Egli diede corpo ad un happening no stop, lavorando per un giorno e una notte. I suoi segni "invasero" ogni cosa, le pareti ma anche i mobili del negozio… Fu un evento indimenticabile. La gente entrava a vedere Keith dipingere, si fermava a bere e a chiacchierare. Ventiquattr'ore di flusso continuo; e poi i giornali, le televisioni... In seguito, i murales furono staccati e venduti all'asta dalla galleria parigina Binoche.»
Nel 1986 apre a New York il suo primo Pop Shop, dove vende gadget raffiguranti le sue opere e dove è possibile vederlo al lavoro. Lo stesso anno dipinge sul muro di Berlino dei bambini che si tengono per mano. Nel ghetto di Harlem scrive su una grande parete della East Harlem Drive, le parole "Crack is Wack" - “il crack è una porcheria”. Collabora spesso con Angel Ortiz, graffitaro dell’East Side di New York City. Nel 1987 decora una parte dell' Hospital Necker di Parigi.
Apre un Pop Shop a Tokyo.
Nel 1988 dichiara, in un'intervista di essere affetto dal virus dell'HIV. Per questo motivo fonda la Keith Haring Foundation, che offre a tutt’oggi opera di supporto alle organizzazioni di tutela ai minori e alla lotta contro l'AIDS. Nel 1989 vicino alla chiesa di Sant'Antonio abate di Pisa, esegue la sua ultima opera pubblica, un grande murale intitolato "Tuttomondo" e dedicato alla pace universale.
Nel 1990 Haring muore di Aids all'età di 31 anni. Nonostante la sua prematura scomparsa, il mondo delle immagini di Haring è diventato nel XX secolo, un linguaggio visuale universalmente riconosciuto, meritando, tra le innumerevoli esposizioni, di essere celebrato anche alla Triennale di Milano nel gennaio del 2006.
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“Into 84” – Affiche, 1984
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Absolut Vodka, 1986
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Elton John – Are You Ready For Love, 1985
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Fertility #3, 1983
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Fertility #5, 1983
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Fertility Suite – Invitation Cards, 1983
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Free South Africa, 1984
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Fun Gallery, 1988
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Keith Haring Tony Shafrazi Gallery – Affiche, 1988
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Libro d’Artista – Keith Haring – Lucio Amelio, 1983
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Lucky Strike – White, 1987
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Martin Fun (D) – Invitation card, 1986
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Medusa Head, 1986
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Montreux Jazz Festival 20th, 1986
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Montreux Jazz Festival, 1983
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Montreux Jazz Festival, 1983
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New Years Invitation Card – Nude, 1988
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Pop Shop Bag, 1986
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Pop Shop Bag, 1986
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Pop Shop, 1986
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Randi 88, 1988
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Untitled – For Jay, 1988
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Untitled – Pop Shop V, 1989
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Untitled – Pop Shop V, 1989
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Untitled 9 – Apocalypse, 1988