Collezione: Invader

L’inafferrabile street artist usa i suoi personaggi pixelati ormai onnipresenti, per portare il mondo digitale in quello fisico e nell’arte. Auto-definito come un ‘Unidentified Free Artist’- UFA, la cui identità è nascosta, il suo pseudonimo riflette la sua pratica artistica per invadere gli spazi pubblici con l’arte; per decenni fa irruzione nelle città di tutto il mondo con i suoi mosaici pixelati, spesso ispirati a videogiochi iconici dell’era a 8 bit. Infatti dal 1998 sviluppa un progetto su larga scala, dal nome in codice:
‘Space Invaders’. Si tratta di liberare l'arte dai suoi ‘alienatori’ musei o Istituzioni, ma anche di liberare gli Space Invaders dagli schermi dei loro videogiochi e di portarli nel nostro mondo fisico.
Tutto inizia con la decisione di dare un aspetto materico alla pixelizzazione attraverso piastrelle di ceramica che è il materiale perfetto per esporre direttamente sulle pareti, prima di Parigi e poi delle città di tutto il mondo.
Invader sviluppa nel corso degli anni un linguaggio personale e immediatamente riconoscibile attraverso i suoi interventi di street art, tutti unici, con i quali incoraggia gli spettatori a esplorare parti inaspettate degli spazi urbani.
Iniziata nel 2005, la serie di sculture "Rubikcubism" di Invader, costruisce immagini utilizzando esclusivamente la tavolozza a sei colori e le piastrelle quadrate trovate sul cubo di Rubik. In tal modo, le immagini risultanti trasmettono un impatto simile alle astrazioni del Pointillismo o del cubismo, con il soggetto dell’opera d’arte reso visibile solo attraverso la distanza fisica o se viste attraverso uno smartphone.
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L’inafferrabile street artist usa i suoi personaggi pixelati ormai onnipresenti, per portare il mondo digitale in quello fisico e nell’arte. Auto-definito come un ‘Unidentified Free Artist’-...